Un nuovo anno è iniziato e lo scenario che si presenta ai nostri occhi non è molto diverso da quello trascorso: guerre fratricide, crisi socio-economica globale, la terra che si spacca e causa migliaia di morti, i profughi che perdono la vita in mare e tutti noi che piano piano ci stiamo abituando a questi drammatici episodi, scotomizzandoli e iniziando a credere che siano ineluttabili, quasi che nulla dipendesse da noi stessi: da come abbiamo abusato ed ancora abusiamo delle risorse del nostro pianeta, da come è stata ed è gestita la salute globale con scandalose disuguaglianze tra i paesi ricchi e quelli “emergenti” in termini di approvvigionamento di cibo, farmaci e cure. E a poco o nulla valgono gli annuali G 20 con le principali economie di Paesi che costituiscono l’80% del PIL globale, nonché il 60% della popolazione del pianeta, per pianificare la lotta al cambiamento climatico e alle migrazioni, per favorire la digitalizzazione, l’occupazione, i sistemi sanitari, la parità di genere e gli aiuti allo sviluppo ed altro ancora.